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I Vicerè 261

le dice di volerle bene per vanità, facendo il repubblicano; e rispetterebbe invece i consigli di nostra madre, non darebbe motivo di dispiacere a noi, non si preparerebbe tanti guai.... Perchè, speriamo pure che si ravveda e lo zio muti opinione; ma se questo matrimonio dovesse farsi, la prima sacrificata sarebbe lei!... Crede di trovare in casa di quella gente quel che ha in casa propria? Crede che potranno andare d’accordo, con tanta diversità d’educazione e di....

A un tratto comparve Lucrezia. Il principe tacque come per incanto; la principessa si fece ancora più piccola sulla sua poltrona, la cugina spalancò meglio gli occhi e l’orecchie.

— Buon giorno, zia.... — cominciò la ragazza; ma donna Ferdinanda, levatasi da sedere e presala per mano, le disse brevemente:

— Vieni con me.

Passò di là e chiuse l’uscio. La cugina, che le aveva accompagnate con gli occhi, quando si voltò vide che il principe era scomparso da un’altra parte. Allora, rimasta sola con la principessa, cominciò a dimenarsi sulla sua seggiola. Sarebbe andata ad origliare, se avesse potuto, se avesse osato farne proposta; invece le toccava contenersi e chiacchierare, mentre udivasi tratto tratto la voce di donna Ferdinanda alzarsi tanto che le parole arrivavano intere: «Voglio? Voglio?... Prima creperai!... L’avvocato?... Crepa, piuttosto!...»

— Santo Dio, mi dispiace!... È una cosa, cugina....

«La vedremo, ti dico!...» gridava donna Ferdinanda; subito dopo la voce si spense; la cugina riprese:

— Lucrezia dovrebbe pensare.... dare ascolto a chi parla pel suo....

«Non vuoi sentirla, bestiaccia?...» Queste parole furono gridate così forte, che la cugina e la principessa tesero tutt’e due le orecchie. Passò qualche minuto di silenzio profondo; di botto, s’udì il rumore d’una seggiola rovesciata e subito dopo quello secco e brusco di un violento ceffone. La principessa levossi in piedi, giun-