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I Vicerè 461

erano cresciuti di giorno in giorno e avevan invaso talmente il suo cervello, che non capiva più nessun’altra idea. Egli che per trentanove anni aveva dato prova di tanto disinteresse da meritar dalla madre il nome di Babbeo, da lasciarsi rubar da tutti, si rivelava a un tratto dei Vicerè con quel sospetto buffo e pazzo, adesso che non aveva più nulla da lasciare. Come la sua fibra si infiacchiva e il suo cervello si scombuiava, il sospetto cresceva, finchè diventò furiosa certezza all’arrivo del fratello Raimondo.

Il conte arrivò insieme con la moglie ed il figliuolo. Invecchiata di trent’anni, la povera donna Isabella; irriconoscibile come un giorno era stata irriconoscibile la Palmi. In quei cinque anni che erano stati fuori, a Palermo, a Milano, a Parigi, come il capriccio del marito aveva voluto, certe voci di tanto in tanto arrivate in Sicilia dicevano che ella pagasse amaramente il male fatto alla prima contessa; che Raimondo, stufo finalmente di quella donna, l’acquisto della quale gli costava così caro, non potendo pensare ad infrangere la seconda catena scioccamente postasi al collo, avesse ricominciato a correre la cavallina molto peggio di prima, a portar le ganze fresche nel mutato letto coniugale, a maltrattare in ogni modo la nuova moglie, cui non giovava mostrar prudenza, pazienza, sommessione ed umiltà per schivar l’astio, il rancore, quasi l’odio del marito. Ma quantunque le voci non fossero incredibili, dato il carattere di Raimondo, non avevano trovato tuttavia molto credito, potendo esser messe in giro dagli invidiosi di donna Isabella, dai nemici del conte, dalle eterne male lingue. All’arrivo di Raimondo non fu possibile persistere nel dubbio. Egli scese all’albergo, come sette anni innanzi, quando aveva definitivamente abbandonata la prima famiglia; ma questa volta accompagnato da quattro o cinque tra governanti, bonnes e cameriere: giovani tutte, una più bella dell’altra, svizzere, lombarde, inglesi, un vero harem internazionale. Aveva una camera separata da quella della moglie e quando i parenti andarono a