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I Vicerè 523

principino di Mirabella, tutti dicevano: «Quello che ora fa il letterato?»

Una bella mattina, tra le stampe che la posta gli portava a cataste, ricevette da Palermo il primo fascicolo dell’Araldo sicolo, opera istorico-nobiliare del Cavaliere don Eugenio Uzeda di Francalanza e Mirabella. Come lui, tutti i parenti, i sottoscrittori, i circoli ne ebbero un esemplare. L’opera storico-nobiliare cominciava con Brevi cenni amplificati sulle dinastie che avevano regnato nell’isola: Real Casa Normanna, Real Casa Sveva, Real Casa d’Angiò e così via discorrendo fino alla Real Casa Sabauda — chè il cavaliere aveva riconosciuto la nuova monarchia per vender copie del libro alle biblioteche dello Stato. I brevi appunti amplificati fecero ridere Consalvo, la Real Casa Sabauda fece imbestialire donna Ferdinanda, benchè del resto la vecchia adesso fosse in un immutabile stato di furore per via della lite ancora indecisa. Ma la sua collera contro la famiglia del principe s’accrebbe naturalmente, poichè la stampa di quelle «porcherie» era stata possibile per l’anticipazione fatta dal principe a don Eugenio!...

Dopo aver promesso due mila lire, il principe però non ne aveva date più di cinquecento, per le quali lo zio aveva dovuto rilasciargli una cambiale con la data in bianco; ma, dopo la morte di don Blasco, i rapporti finanziarii tra zio e nipote avevano preso una piega pericolosa. Don Eugenio, dapprima con le buone, poi con le minaccie, scriveva al nipote chiedendo altri quattrini, perchè, in caso contrario, egli avrebbe fatto lega con Ferdinanda per impugnare il testamento del fratello; il principe, da canto suo, con la cambiale in mano, pretendeva tenere in riga lo zio. Avviata la stampa dell’opera, il cavaliere piovve un giorno da Palermo: era più sordido di prima, aveva l’aria più affamata che mai. Dopo una lunga serie di trattative, il principe sborsò altre duemila lire, mediante le quali don Eugenio rinunziò con apposito atto a tutto quel che avrebbe potuto eventualmente toccargli nella spartizione dell’eredità del mo-