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l’“uomo delinquente„ di c. lombroso 9

Sotto li punto di vista psicologico, come dal punto di vista fisicologico, i criminali devono essere distinti in due tipi caratteristici: delinquente nato e delinquente per passione. Il primo identificato col pazzo morale o col delinquente epilettico, dà come varietà antropologica il delinquente alienato, il secondo il delinquente d’occasione. Il delinquente d’abitudine è un tratto d’unione fra il primo ed il secondo tipo.

Il delinquente nato, di cui l’omicida e il ladro sono le figure più comuni, è caratterizzato dall’assenza congenita del senso morale e dall’imprevidenza.

Dal primo carattere derivano l’insensibilità psico-fisica per le sofferenze e i danni delle vittime, di sè e dei complici, il cinismo, l’apatia nello svolgersi dei processi e nel carcere. Da qui la nessuna ripugnanza a concepire e ad eseguire il delitto o l’assenza di rimorso dopo il fatto.

Dall’imprevidenza originano gli atti imprudenti prima e dopo il delitto e la nessuna paura delle pene minacciate dalla legge.

Il delinquente poi passione presenta relativamente al senso morale un quadro affatto opposto al delinquente nato. Presenta esso pure imprevidenza e disprezzo delle leggi, ma la genesi di questo sentimento è diversa. L’imprevidenza del delinquente nato proviene dall’assenza ereditaria di senso morale; nel delinquente per impeto di passione invece, è per un offuscamento momentaneo transitorio del senso morale, che dopo