Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/157

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e levate le mani come per supplicare e per trattenerlo ad un punto, rispose ancora: “la mi preme, è vero, ma non più di lei; sono due anime che entrambe mi premono più del mio sangue. Don Rodrigo! io non posso fare altro per lei che pregar Dio; ma lo farò ben di cuore. Non mi dica di no: non voglia tenere nell’angoscia e nel terrore una poverella innocente. Una parola di lei può far tutto.”

“E bene,” disse don Rodrigo, “giacchè ella crede che io possa far molto per questa persona; giacchè questa persona le sta tanto a cuore....

“E bene?” riprese ansiosamente il padre Cristoforo, al quale l’atto e il contegno di don Rodrigo non permettevano di abbandonarsi alla speranza che parevano annunziare quelle parole.

“E bene, la consigli di venirsi a mettere sotto la mia protezione. Non le mancherà più nulla, e nessuno ardirà inquietarla, o ch’io non son cavaliere.”

A proposta siffatta, l’indegnazione del frate compressa a stento fino allora, traboccò. Tutti quei bei proponimenti di prudenza e di pazienza svanirono: l’uomo vecchio si trovò d’accordo col nuovo; e in quei casi fra Cristoforo