Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/341

Da Wikisource.
334

mente la casa trovata vota e il sonare a martello, senza che facesse mestieri di supporre traditori (come dicevano quei due galantuomini) in casa. Disse della fuga; e anche di questa era facile trovare più d’una cagione: il timore degli sposi sorpresi in colpa, o qualche avviso della invasione, dato loro quando ella era scoperta, e il paese tutto levato. Disse finalmente che s’erano riparati a Pescarenico; più in là non andava la sua scienza. Piacque a don Rodrigo l’esser certo che nessuno l’aveva tradito e il vedere che non rimanevano tracce del suo fatto; ma fu quella una rapida e leggiera compiacenza. “Fuggiti insieme!” gridò egli: “insieme! E quel frate birbante! Quel frate!” la parola usciva arrantolata dalla strozza e smozzicata fra i denti che mordevano il dito: il suo aspetto era brutto come le sue passioni. “Quel frate me la pagherà. Griso! non son chi sono..... voglio sapere, voglio trovare.... questa. sera, voglio sapere dove sono. Non ho pace. A Pescarenico, subito, a sapere, a vedere, a trovare.... Quattro scudi subito, e la mia protezione per sempre. Questa sera lo voglio sapere. E quel birbone....! E quel frate...!”

Il Griso di nuovo in campo; e la sera di quel giorno medesimo, egli potè riportare al