Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/225

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altri avrebbe incontrati che non lo conoscessero. Giunto al castello e intromesso (lasciato però il Griso alla porta) fu fatto passare per un andirivieni di corridoi oscuri, e per varie sale tappezzate di moschetti, di sciabole e di partigiane, e in ognuna delle quali stava a guardia qualche bravo; e dopo d’avere alquanto aspettato fu ammesso in quella dove si trovava l’innominato.

Questi gli andò incontro rispondendo al saluto, e insieme squadrandolo e guardandogli alle mani e alla cera, come faceva per abitudine, e ormai quasi involontariamente, a chiunque venisse a lui, per quanto fosse dei più vecchi e provati amici. Era alto della persona, adusto, calvo; a prima giunta quella calvezza, la canizie dei pochi capegli che gli rimanevano, e le rughe del volto, l’avrebbero fatto stimare d’una età assai più inoltrata dei sessant’anni che aveva appena varcati; il contegno e le mosse, la durezza risentita dei lineamenti, e un fuoco cupo che gli scintillava dagli occhi, indicavano una gagliardìa di corpo e d’animo che sarebbe stata straordinaria in un giovane.

Don Rodrigo disse che veniva per consiglio e per aiuto; che trovandosi in un impegno difficile, dal quale il suo onore non gli