Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/247

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Al suono d’una voce femminile, la poveretta provò un conforto, un coraggio momentaneo: ma tosto ricadde in uno spavento più cupo. “Chi siete” diss’ella con voce tremante, fissando lo sguardo attonito sul volto della vecchia.

“Venite, venite, poverina,” andava questa ripetendo. Il Nibbio e gli altri due, argomentando dalle parole e dalla voce così straordinariamente indolcita di colei quali fossero le intenzioni del signore, cercavano di persuader colle buone l’oppressa ad obbedire. Ma ella guatava pur fuori; e benchè il luogo selvaggio e sconosciuto, e la sicurezza de’ suoi guardiani non le lasciassero concepire speranza di soccorso, pure apriva la bocca a gridare; ma veggendo il Nibbio fare gli occhiacci del fazzoletto, si tacque, tremò, si storse, fu presa e messa nella lettiga. Dopo lei vi entrò la vecchia; il Nibbio lasciò ai due altri manigoldi che andassero dietro per iscorta, e prese speditamente la salita, per accorrere alla chiamata del signore.

“Chi siete?” domandava con ansia Lucia al ceffo sconosciuto e deforme: “perchè son con voi? Dove sono? Dove mi conducete?”

“Da chi vuol farvi del bene,” rispondeva la vecchia, “da un gran.... Fortunati