Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/139

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il flagello del contorno, ne era divenuto l’esempio e il benefattore.

“E tutta quella gente che teneva con sè..... quella famiglia....” riprese don Abbondio, il quale ne aveva più d’una volta inteso dir qualche cosa, ma non era mai assicurato abbastanza.

“Sfrattati la più parte,” rispose il sarto: “e quei che sono rimasti, hanno mutato vezzo, ma d’una maniera! In somma è diventato quel castello come la Tebaide: ella le sa queste cose.”

Si mise poi a ricordar con Agnese la visita del cardinale. “Grand’uomo!” diceva: “grand’uomo! Peccato che sia passato qui così in furia, che non ho nè anche potuto fargli un po’ d’onore. Quanto vorrei potergli parlare un’altra volta, un po’ più con comodo!”

Levati poi da tavola, le fece osservare una immagine a stampa del cardinale, che teneva appesa ad una imposta d’un uscio, in venerazione del personaggio, e anche per poter dire a chiunque capitasse, che il ritratto non rassomigliava; giacchè egli aveva potuto osservar da vicino e a suo bell’agio il cardinale, in quella stanza medesima.

“L’hanno voluto far lui, con questa co-