Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/157

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“avrei voluto offerirle la mia casa in una occasione più lieta; ma ad ogni modo son ben contento di poterle prestar servigio in qualche cosa.”

“Confidato nella gran bontà di vossignoria illustrissima,” rispose don Abbondio, “ho pigliato ardire di venire, in queste triste circostanze, a darle disturbo: e, come vede vossignoria illustrissima, ho pigliato anche questa confidenza di menar compagnia. Questa è la mia governante...

“Benvenuta,” disse l’innominato.

“E questa,” continuò don Abbondio, “è una donna a cui vossignoria ha già fatto del bene: la madre di quella.... di quella....

“Di Lucia,” disse Agnese.

“Di Lucia!” sclamò l’innominato, volgendosi, con la fronte bassa, ad Agnese. “Del bene, io! Dio immortale! Voi, mi fate del bene, a venir qui.... da me.... a questa casa. Siate la benvenuta. Voi ci portate la benedizione.”

“Oh appunto!” disse Agnese: “vengo a darle incomodo. Anzi,” continuò, appressandosegli all’orecchio, “ho poi da ringraziarla....

L’innominato ruppe quelle parole, chiedendo