Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/248

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volta, con ragioni troppo facili ad indovinarsi.

Scoppiata poi la peste nel territorio milanese, e appunto, come abbiam detto, in sul confine col bergamasco, non andò molto che ella vi s’apprese, e..... non vi sgomentate, ch’io non son per farvi la storia anche di questa: chi la volesse, la c’è, scritta per ordine publico da un Lorenzo Ghirardelli: libro raro però e sconosciuto, quantunque contenga forse più roba che tutte insieme le descrizioni più celebri di pestilenze: da tante cose di pende la celebrità de’ libri! Quello ch’io voleva dire si è che Renzo contrasse anch’egli la peste, si curò da sè, cioè non fece nulla; ne fu in fin di morte, ma la sua buona complessione vinse la forza del male: in pochi giorni, si trovò fuor di pericolo. Col tornar della vita, risorsero più che mai rigogliose e frizzanti nell’animo suo le cure della vita, le brame, le speranze, le memorie, i disegni; vale a dire ch’egli pensò più che mai a Lucia. Che sarebbe di lei, in quel tempo, che il vivere era come una eccezione? E, a così poca distanza, non poterne saper nulla? E durar, Dio sa quanto! in una tale incertezza! E quand’anche questa si fosse poi dissipata, quando cessato ogni pericolo, egli