Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/25

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“E quando vi siete presentato alla Chiesa,” disse, con accento ancor più grave, Federigo, “per ricevere codesto ministero, v’ha ella fatto cauto della vita? V’ha ella detto che i doveri annessi al ministero fossero franchi da ogni ostacolo, immuni da ogni pericolo? O vi ha detto che dove cominciasse il pericolo, ivi cesserebbe il dovere? O non vi ha espressamente detto il contrario? Non vi ha avvertito che, vi mandava come un agnello fra i lupi? Non sapevate voi che c’era dei violenti, a cui potrebbe spiacere ciò che a voi sarebbe comandato? Quegli da cui teniamo la dottrina e l’esempio, ad imitazione di Cui, ci lasciam nominare e ci nominiamo pastori, venendo in terra ad esercitarne l’uficio, pose Egli per condizione, d’aver salva la vita? E per salvarla, per serbarla, dico, qualche giorno di più in sulla terra, a spese della carità e del dovere, faceva egli mestieri l’unzione santa, l’imposizione delle mani, la grazia del sacerdozio? Basta il mondo a dar questa virtù, ad insegnar questa dottrina. Che dico? oh vergogna! il mondo stesso la rifiuta: il mondo fa anch’esso le sue leggi, che prescrivono il bene, che prescrivono il male; ha il suo vangelo anch’esso,