Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/338

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più addietro, e venne a porsi a fianco d’una capanna; e quivi stette aspettando, mezzo appiattato, colla persona indietro e il capo innanzi; cogli occhi ben aperti, con una gran palpitazione di cuore, ma insieme con una certa nuova e particolare fiducia, nata, cred’io, dalla tenerezza in che l’aveva posto la predica e lo spettacolo della tenerezza generale.

Ed ecco arrivare il padre Felice, scalzo, con quella corda al collo, con quella lunga e pesante croce alzata; pallido e scarno il volto, un volto che spirava compunzione insieme e coraggio; a passi tardi, ma risoluti, come di chi vuol risparmiare l’altrui debolezza; e in tutto come uomo a cui quelle fatiche e quei disagi di soprabbondanza dessero la forza di sostenere i tanti necessarii e inseparabili da quel suo incarico. Seguivano immediatamente i fanciulli più grandicelli, a piè nudo una gran parte, ben pochi interamente vestiti, quale affatto in camicia. Venivano poi le donne, dando quasi tutte la mano a una fanciulletta e cantando alternativamente il Miserere; e il suono fiacco di quelle voci, lo smortore e la languidezza di quei volti eran cose da occupar tutto di pietà l’animo di chiunque si fosse quivi trovato come sempli-