Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/97

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non meno doloroso di questo aspetto di vigoria abbattuta, l’aspetto d’una natura più presto conquisa, d’un languore, e d’uno sfinimento più abbandonato, nel sesso e nelle età più deboli.

Qua e là, per le vie e pei crocicchi, rasente i muri, sotto le gronde, qualche strato di paglia e di stoppie peste e trite, miste di immondo ciarpame. E una tale schifezza era pur dono e studio di carità, erano giacigli apprestati a qualcheduno di quei tapini, per posarvi il capo la notte. Tratto tratto vi si vedeva, anche di giorno, giacere o sdraiarsi taluno a cui la stracchezza o l’inedia avevan vinta la lena e tronche le gambe: talvolta quel tristo letto portava un cadavere: talvolta l’esinanito stramazzava all’improvviso, e rimaneva cadavere, in sul selciato della via.

Presso a qualcheduno di quei prostrati, si vedeva pure curvato qualche o passeggiero o vicino, attirato da una subita compassione. In qualche luogo appariva un soccorso ordinato con più lontana previdenza, mosso da una mano ricca di mezzi ed esercitata a beneficare in grande; ed era la mano del buon Federigo. Aveva egli fatto scelta di sei preti, nei quali una carità volonterosa e tenace fosse accompagnata e servita da una complessione