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CAPITOLO XV. 299


“ Lo portiam via in camicia? ” disse ancora quel birro, voltandosi al notaio.

“ Avete inteso? ” disse questo a Renzo: “ si farà così, se non vi levate subito subito, per venir con noi. ”

“ E perchè? ” domandò Renzo.

“ Il perchè lo sentirete dal signor capitano di giustizia. ”

“ Io? Io sono un galantuomo: non ho fatto nulla; e mi maraviglio... ”

“ Meglio per voi, meglio per voi; così, in due parole sarete spicciato, e potrete andarvene per i fatti vostri. ”

“ Mi lascino andare ora, ” disse Renzo: “ io non ho che far nulla con la giustizia. ”

“ Orsù, finiamola! ” disse un birro.

“ Lo portiamo via davvero? ” disse l’altro.

“ Lorenzo Tramaglino! ” disse il notaio.

“ Come sa il mio nome, vossignoria? ”

“ Fate il vostro dovere, ” disse il notaio a’ birri; i quali misero subito le mani addosso a Renzo, per tirarlo fuori del letto.

“ Eh! non toccate la carne d’un galantuomo, che...! Mi so vestir da me. ”

“ Dunque vestitevi subito, ” disse il notaio.

“ Mi vesto, ” rispose Renzo; e andava di fatti raccogliendo qua e là i panni sparsi sul letto, come gli avanzi d’un naufragio sul lido. E cominciando a metterseli, proseguiva tuttavia dicendo: “ ma io non ci voglio andare dal capitano di giustizia. Non ho che far nulla con lui. Giacchè mi si fa quest’affronto ingiustamente, voglio esser condotto da Ferrer. Quello lo conosco, so che è un galantuomo; e m’ha dell’obbligazioni. ”

“ Sì, sì, figliuolo, sarete condotto da Ferrer, - rispose il notaio. In altre circostanze, avrebbe riso, proprio di gusto, d’una richiesta simile; ma non era momento da ridere. Già nel venire, aveva visto per le strade un certo movimento, da non potersi ben definire se fossero rimasugli d’una sollevazione non del tutto sedata, o princìpi d’una nuova: uno sbucar di persone, un accozzarsi, un andare a brigate, un far crocchi. E ora, senza farne sembiante, o cercando almeno di non farlo, stava in orecchi, e gli pareva che il ronzìo andasse crescendo. Desiderava dunque di spicciarsi; ma avrebbe anche voluto condur via Renzo d’amore e d’accordo; giacchè, se si fosse venuti a