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CAPITOLO XXXIII. 639

— E' lui senz’altro! — disse tra sè, e alzò le mani al cielo, con un movimento di maraviglia scontenta, restandogli sospeso in aria il bastone che teneva nella destra; e si vedevano quelle povere braccia ballar nelle maniche, dove altre volte stavano appena per l’appunto. Renzo gli andò incontro, allungando il passo, e gli fece una riverenza; chè, sebbene si fossero lasciati come sapete, era però sempre il suo curato.

“ Siete qui, voi? ” esclamò don Abbondio.

“ Son qui, come lei vede. Si sa niente di Lucia?”

“ Che volete che se ne sappia? Non se ne sa niente. È a Milano, se pure è ancora in questo mondo. Ma voi...”

“E Agnese, è viva? ”

“ Può essere; ma chi volete che lo sappia? non è qui. Ma...”

“ Dov’è? ”

“ È andata a starsene nella Valsassina, da que’ suoi parenti, a Pasturo, sapete bene; chè là dicono che la peste non faccia il diavolo come qui. Ma voi, dico...”

“ Questa la mi dispiace. E il padre Cristoforo...?”

“ È andato via che è un pezzo. Ma...”

“ Lo sapevo; me l’hanno fatto scrivere: domandavo se per caso fosse tornato da queste parti.”

“ Oh giusto! non se n’è più sentito parlare. Ma voi...”

“ La mi dispiace anche questa.”

“ Ma voi, dico, cosa venite a far da queste parti, per l’amor del cielo? Non sapete che bagattella di cattura...?”

“ Cosa m’importa? Hanno altro da pensare. Ho voluto venire anch’io una volta a vedere i fatti miei. E non si sa proprio...?”

“ Cosa volete vedere? che or ora non c’è più nessuno, non c’è più niente. E dico, con quella bagattella di cattura, venir qui, proprio in paese, in bocca al lupo, c’è giudizio? Fate a modo d’un vecchio che è obbligato ad averne più di voi, e che vi parla per l’amore che vi porta; legatevi le scarpe bene, e, prima che nessuno vi veda, tornate di dove siete venuto; e se siete stato visto, tanto più tornatevene di corsa. Vi pare che sia aria per voi, questa? Non sapete che sono venuti a cercarvi, che hanno frugato, frugato, buttato sottosopra...”

“ Lo so pur troppo, birboni!”

“ Ma dunque...!”