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CAPITOLO XXXVIII. 733

“Io gli ho perdonato di cuore,” disse Renzo.

“E fai il tuo dovere,” rispose don Abbondio: “ma si può anche ringraziare il cielo, che ce n’abbia liberati. Ora, tornando a noi, vi ripeto: fate voi altri quel che credete. Se volete che vi mariti io, son qui; se vi torna più comodo in altra maniera, fate voi altri. In quanto alla cattura, vedo anch’io che, non essendoci ora più nessuno che vi tenga di mira, e voglia farvi del male, non è cosa da prendersene gran pensiero: tanto più, che c’è stato di mezzo quel decreto grazioso, per la nascita del serenissimo infante. E poi la peste! la peste! ha dato di bianco a di gran cose la peste! Sicchè, se volete... oggi è giovedì... domenica vi dico in chiesa; perchè quel che s’è fatto l’altra volta, non conta più niente, dopo tanto tempo; e poi ho la consolazione di maritarvi io.”

“Lei sa bene ch’eravamo venuti appunto per questo,” disse Renzo.

“Benissimo; e io vi servirò: e voglio darne parte subito a sua eminenza.”

“Chi è sua eminenza?” domandò Agnese.

“Sua eminenza,” rispose don Abbondio, “è il nostro cardinale arcivescovo, che Dio conservi.”

“Oh! in quanto a questo mi scusi,” replicò Agnese: “chè, sebbene io sia una povera ignorante, le posso accertare che non gli si dice così; perchè, quando siamo state la seconda volta per parlargli, come parlo a lei, uno di que’ signori preti mi tirò da parte, e m’insegnò come si doveva trattare con quel signore, e che gli si doveva dire vossignoria illustrissima, e monsignore.”

“E ora, se vi dovesse tornare a insegnare, vi direbbe che gli va dato dell’eminenza: avete inteso? Perchè il papa, che Dio lo conservi anche lui, ha prescritto, fin dal mese di giugno, che ai cardinali si dia questo titolo. E sapete perchè sarà venuto a questa risoluzione? Perchè l’illustrissimo, ch’era riservato a loro e a certi principi, ora, vedete anche voi altri, cos’è diventato, a quanti si dà: e come se lo succiano volentieri! E cosa doveva fare, il papa? Levarlo a tutti? Lamenti, ricorsi, dispiaceri, guai; e per di più, continuar come prima. Dunque ha trovato un bonissimo ripiego. A poco a poco poi, si comincerà a dar dell’eminenza ai vescovi; poi lo vorranno gli abati, poi i proposti: perchè gli uomini son fatti così; sempre voglion salire, sempre salire; poi i canonici....”