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DELLA COLONNA INFAME. 809

deposto, trattandosi di negotio tanto graue, il quale non si commette a persone per eseguirlo, se non con grande et confidente negotiatione, et non alla fugita, come lui depone.

L’osservazione era giusta, ma veniva tardi. Perchè non farla alla prima, quando il Piazza depose la cosa in que’ termini? Perchè una cosa tale chiamarla verità? Che avessero il senso del verisimile così ottuso, così lento, da volerci un giorno intero per accorgersi che lì non c’era? Essi? Tutt’altro. L’avevan delicatissimo, anzi troppo delicato. Non eran que’ medesimi che avevan trovato, e immediatamente, cose inverisimili che il Piazza non avesse sentito parlare dell’imbrattamento di via della Vetra, e non sapesse il nome de’ deputati d’una parrocchia? E perchè in un caso così sofistici, in un altro così correnti?

Il perchè lo sapevan loro, e Chi sa tutto; quello che possiamo vedere anche noi è che trovaron l’inverisimiglianza, quando poteva essere un pretesto alla tortura del Piazza; non la trovarono quando sarebbe stata un ostacolo troppo manifesto alla cattura del Mora.

Abbiam visto, è vero, che la deposizion del primo, come radicalmente nulla, non poteva dar loro alcun diritto di venire a ciò. Ma poichè volevano a ogni modo servirsene, bisognava almeno conservarla intatta. Se gli avessero dette la prima volta quelle parole: ha molto dell’inuerisimile; se lui non avesse sciolta la difficoltà, mettendo il fatto in forma meno strana, e senza contradire al già detto (cosa da sperarsi poco); si sarebbero trovati al bivio, o di dover lasciare stare il Mora, o di carcerarlo dopo avere essi medesimi protestato, per dir così, anticipatamente contro un tal atto.

L’osservazione fu accompagnata da un avvertimento terribile. Et perciò se non si risoluerà di dire interamente la verità, come ha promesso, se gli protesta che non se gli seruarà l’impunità promessa, ogni volta che si trovi diminuta la suddetta sua confessione, et non intiera di tutto quello è passato tra di lui et il suddetto Barbiero, et per il contrario, dicendo la verità se gli seruarà l’impunità promessa.

E qui si vede, come avevamo accennato sopra, cosa potè servire ai giudici il non ricorrere al governatore per quell’impunità. Concessa da questo, con autorità regia e riservata, con un atto solenne, e da inserirsi nel processo, non si poteva ritirarla con quella disinvoltura. Le parole dette da un auditore si potevano annullare con altre parole.

Si noti che l’impunità per il Baruello fu chiesta al governatore il 5 di settembre, cioè dopo il supplizio del Piazza, del Mora, e di