Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/103

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— No — m’avete detto. — Non sciupiamo il bel sogno d’oro, Riccardo!

Ah, voi non sapete cos’è quel sogno d’oro nei vostri occhi che cercano i miei, e il fascino che metteva allora nel vostro pallido sorriso la triste scienza del poi!

Tutto, tutto l’ho assaporato quel terribile fascino — nel dolce lividore che i baci altrui v’hanno lasciato sulle palpebre, nella rugiada di cui sono ancora umide le vostre labbra, nel molle abbandono con cui vi appoggiavate al parapetto del battello, nel gesto carezzevole della vostra mano che additava Capri, laggiù in fondo, a Casalengo — lui che non trema, né impallidisce più nel parlarvi.

No, non voglio pensare a lui. Mi sembra d’impaz-