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Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/131

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Ciò ch'è in fondo al bicchiere 121

Ella si levò giuliva a sedere, e le volle sul letto, tutte. Ripeteva: — Quante! quante! — scegliendo le più belle, immergendovi le mani....

Era tanto contenta| Mi mostrò i regali che le avevano mandato gli amici, e le amiche... “tutti quanti!„ La camera n’era piena, sulle mensole, sul canapè, da per tutto. Ella indicava ad uno ad uno il nome del donatore. Dalla gioia mi pose un braccio intorno al collo, dicendomi:

— Ma nessuno come voi!... nessuno! Voi siete il mio caro fratello, non è vero? E mi vorrete sempre bene così, sempre, sempre.... perchè non fummo mai altro!... Un momento.... ci fu il pericolo.... Vi rammentate? Ma era scritto lassù!... lassù!...

In quel momento portarono il regalo del marito: un magnifico abito da ballo che la cameriera spiegò trionfante sulla poltrona. Ella indovinò la delicata e pietosa intenzione d’illuderla che c’era nella scelta del dono, e ne fu scossa profondamente. Non disse nulla; gli occhi le si fecero più grandi e più lucenti, e tornò a coricarsi, tirandosi la coperta fino al mento.

Mi lasciò senza dirmi addio, povera e cara Ginevra! L’ultima volta che la vidi, in presenza del marito e di due o tre altri, ella sembrava già non fosse