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Dramma intimo 129

lugubre. Le parole della madre e della figliuola, che volevano sembrar gaie e tranquille, morivano come un sospiro nella penombra della vôlta altissima.

A un tratto il campanello elettrico squillò nella lunga fila di stanze sfavillanti e deserte. Un servitore silenzioso precedeva in punta di piedi il medico, vecchio amico di casa, il quale sembrava solo calmo, nell’attesa inquieta di tutti. La contessa si rizzò in piedi, senza poter dissimulare un tremito nervoso.

— Buona sera. Un po’ tardi oggi.... Finisco adesso il mio giro. E questa ragazza com’è stata?

S’era seduto di contro al letto; aveva fatto togliere la ventola dal lume, ed esaminava l’inferma tenendo fra le dita bianche e grassocce il polso delicato e pallido della fanciulla, ripetendo le solite domande. La contessa rispondeva con un lieve tremito nervoso nella voce; Bice, con monosillabi tronchi e fiochi, sempre fissando il medico con quegli occhi inquieti e lucenti. Nell’anticamera si succedevano gli squilli sommessi del campanello che annunziavano altre visite, e la cameriera entrava come un’ombra per an-