Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/189

Da Wikisource.

Bollettino sanitario 179

volte chinaste il capo e sorrideste: un sorriso che voleva dire tante cose: — Vi saluto! — Davvero? — Sì! — Venite? — che so io... forse non lo sapevate voi stessa. Io sorrisi e chinai il capo come voi. Che potevamo dire di più? Tutto l’amore umano non è in quel linguaggio senza parole? — Chi sei? — Mi piaci! — Mi vuoi? — Quel bel signore che vi dava il braccio non avrebbe potuto chiedervi nè sentirsi rispondere altro da voi, neppure nel momento in cui posava la sua testa accanto alla vostra sul medesimo guanciale. Eppure, tutta la notte questa visione non mi fece chiudere occhio.

Lasciamo stare, lasciamo stare! Ecco che ricasco di nuovo nella fantasticheria erotica — la più malsana divagazione della mente, dice il mio medico. Ora non c’è nulla per me che valga una buona nottata di sonno profondo, collo spirito e il corpo nella bambagia tiepida delle coperte. Erano tante notti che non potevo dormire, mangiato dalla tosse, mangiato dalla febbre! Sentite, quando vi dicono che in cotesti momenti hanno pensato a voi, che siete stata il conforto, il sollievo, che so io, vi mentiscono come furfanti. In principio, forse, quando il male non ha compito il suo lavorìo, quando il medico non ha fatto