Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/193

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Bollettino sanitario 183

Sono un gran colpevole che vi domanda perdono e viene a picchiarsi il petto dietro la vostra porta. Dove siete? Che avete pensato di me? Ero tanto lontano da voi, tanto! Ed ora desidero tanto di rivedervi! Basta, non ne parliamo. Non me lo merito, lo so. L’avete ancora quel serpentello d’oro al braccio? Come mi farebbe bene una bella chiacchierata con voi, di quelle chiacchierate che sapete fare, mezzo sdraiata sulla poltrona, e colle scarpette accavalciate l’una sull’altra! Sono circa sei mesi che non parlo. E vedete, che perciò chiacchiero, chiacchiero per lettera, e vi corro dietro con la mente, e con qualche altra cosa anche, qui nel petto.... Se siete tuttora in collera, dovreste perdonarmi soltanto al pensare che, se voleste dirmi dove siete, verrei a piedi, come un pellegrino, a sciogliere il voto, foste anche in capo al mondo! Non mi sgomenterei, no! Ora son forte. Ah, com’è bella la vita!

Sì, vi avevo promesso: — “Quando mi permetterete di venirvi a trovare.... dovunque sarete....„ — Poi fui in collera con voi che m’avete lasciato partire. Quella sera che mi posaste la fronte sul petto, a Villa d’Este? Perchè non siete venuta con me? Eravate tutta tremante. Mi amavate dunque? Perchè non avete voluto