Pagina:I vecchi e i giovani Vol. I Pirandello.djvu/152

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che per lei; e se n’era accorta bene l’anno appresso al nuovo ritorno di lui; e sempre più dopo il terzo dopo quarto, dopo il quinto anno d’Universtà, allorchè egli era ritornato con una splendida laurea e con l’intenzione di concorrere a quella borsa di studio all’estero. Lui, proprio lui non era più lo stesso; perchè lei, invece.... sì, con la bocca, signor Aurelio ma con gli occhi seguitava a dargli del tu. Prima di partire, era venuto a ringraziare il suo benefattore, a giurargli eterna gratitudine; e a lei non aveva saputo dire quasi nulla, quasi non aveva osato di guardarla e certamente, certamente non s’era accorto nè del pallore del volto nè del tremito della mano di lei.

Dopo la partenza, più volte ella aveva sentito il padre parlare del valore veramente non comune di quel giovine e dello splendido avvenire che avrebbe avuto, e lodarsi di quanto aveva fatto per lui, d’averlo trattato come un figliuolo. Naturalmente questi discorsi le avevano ravvivato sempre più nel cuore il fuoco nascosto e sempre più acceso la speranza che il padre, avendo perduto l’unico figliuolo e avendo quasi creato lui quest’altro, al quale pur doveva la vita, avrebbe preferito che a lui, anzichè a un altro più estraneo andassero un giorno le ricchezze e la figlia.

S’era maggiormente raffermata in questa speranza pochi mesi fa, quando Aurelio, ritornato dalla Sardegna, era stato assunto dal padre alla direzione delle solfare.

Non l’aveva più riveduto della partenza per Parigi. Oppressa, tra il vano fasto, dalla vita meschina di Girgenti, vecchia città, non zotica veramente, ma stanca, attediata nell’abbandono dei lunghi giorni muti, uguali; sempre con quel giro di