Pagina:I vecchi e i giovani Vol. I Pirandello.djvu/214

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avevano saputo approvarla: con maggior profitto, se pur con minore soddisfazione, ella avrebbe potuto frequentare le scuole femminili e diventar maestra. Così, invece, era rimasta senza professione. Ma non temevano per l’avvenire: qualche via, certo, Celsina se la sarebbe aperta, in paese o altrove. Quel povero don Ninì, intanto, che l’amava e ne era geloso.... Tanto buono, poveretto! Ma non era per lui, Celsina. Guai se lo avessero saputo i suoi parenti! Pareva loro mill’anni che egli partisse per Roma.

Annicchia toccò pian piano un braccio a Mita per mostrarle le due gambette della bambola, che uscivano dalla tasca di lui ancora lì, dietro la vetrata del balconcino. Mita rispose con un mesto sorriso al sorriso de la sorella; poi, sovvenendosi d’una preghiera che dalla notte aveva in animo di rivolgere al giovine, si levò in piedi, posando il lavoro nel canestro, e gli si accostò timidamente.

— Don Ninì, — gli disse piano, — prima di partire per Roma, dovreste farmi per l’ultima volta quella tal grazia, se....

— No, per carità, no, Mita, non me ne parlate!, — la interruppe con violenza Antonio Del Re, premendosi le mani su le tempie e strizzando gli occhi.

— L’avete a disonore, è vero? — disse afflitta, con gli occhi bassi, Mita.

— No, non per questo! non per questo!, — s’affrettò a soggiungere Antonio. — Ma ora, in questo momento.... non posso.... non posso sentir parlare di nulla, Mita!

Una cosa atroce voleva da lui quella poveretta, un ricordo atroce gli ridestava proprio in quel momento. La guardò, temendo che l’orrore, che traspariva attraverso il suo rifiuto, avesse potuto farle sorgere qualche sospetto. Ma le vide più che mai dolenti e