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Asciutte mai l’arene, e va del mare
25Colle morbide lane a cercar l’onde;
Ei stesso mi recò dell’aleggiante
Euro il leggero sibilo, per cui
Sulle cime del Menalo soave
Spandesi l’armonia, che dell’udito
30E balsamo, ed in bocca il latte stilla,
Tal che premuto non ricordan mai
Della gregge i pastor, che pur d’Arcadia
Sono già tutti. In ascoltar quei versi
Gli Arcadi intanto esultano, e le Ninfe
35E i pastori, ed i bovi, e gli agni, e l’irte
Caprette, e gli asinelli, che pur essi
Dansi a correr qua e là con tese orecchie:
I Fauni stessi del Liceo pei gioghi
Danzan giocondamente.
M. Io fra me stesso:
40Se canta, dissi, Titiro le agnelle,
E tragge dietro a sè capri ed armenti,
Perchè cantasti tu di civil carme
Nella città sedendo, quando mai
Un tempo del Benaco la zampogna
45Con suono pastoral presse il tuo labbro?
Te pur bifolco oda cantar ne’ boschi.
Nè più ci volle, le maggiori canne
Deposte, dò di piglio alle mezzane,
Ed a rigonfie labbra il fiato infondo.