Pagina:Iacinta Venetiana-Vago giardino di villanelle bellissime.djvu/4

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      E con gioia infinita, mi sana e da vita, ii.
      Ah se provasse l’amare mie pene,
      10O soavi mie dure catene.
Quando gira ver me gli occhi celesti,
      Par che amor li sfida e vinto resti,
      E con dolce sorriso mi mostra il bel viso, il
      Ahi con qual’arte d’amor lusinghiera,
      15Vo provar, la mia fede sincera
Ma se sol per provar s’io son fedele,
      Hor si mostra pietosa, & hor crudele,
      Mi ferisca, mi strugga, mi lega, mi fuga, il.
      Che sospirar per altri non poss’io
      20D’altro amor, che dell’idolo mio.

I
L lieto Aminta un giorno

      Sedea a l’ombra d’un’abeto adorno,
      E cantando dicea con armonia,
      4Viva la donna mia, il.
Quando la bella Clori,
      Che nascosta giacea tra l’herbe, e i fiori
      Cantando anch’essa disse con amore,
      8Viva il mio bel pastore.
Restò il pastor intanto
      Sbigottito a sentir sì dolce canto,
      E disse sospirando ahimè meschino
      12Questo è cantar divino. il
Poi se n’andò veloce
      Verso quel loco, ove sentia la voce,
      E conobbe a gli occhi, e alle parole,