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4 lauda ii

     Aiutane, Madonna, — ca ’l mondo se sperfonna
se tarde la responna — che non sia avivacciata.
     Puoi che consentisti, — lo figliol concepisti.
Cristo amoroso desti — a la gente dannata.
     Lo mondo n’è stupito — conceper per audito,
lo corpo star polito — a non essere toccata.
     Sopr’omne uso e ragione — aver concezione,
senza corruzione — femena gravedata.
     Sopre ragione ed arte — senza sementa latte,
tu sola n’hai le carte — e sènne fecundata.
     O pregna senza semina, — non fu mai fatt’en femina,
tu sola sine crimina, — null’altra n’è trovata.
     Lo verbo creans omnia — vestito è ’n te Virginia,
non lassando sua solia, — divinitá encarnata.
     Maria porta Dio omo, — ciascun serva ’l suo como;
portando sí gran somo — e non essere gravata.
     O parto enaudito, — lo figliol partorito
entro del ventre uscito — de matre segellata!
     A non romper sogello — nato lo figliol bello,
lassando lo suo castello — con la porta serrata!
     Non siría convegnenza — la divina potenza
facesse violenza — en sua cas’albergata.
     O Maria, co facivi — quando tu lo vidivi?
or co non te morivi — de l’amore afocata?
     Co non te consumavi — quando tu lo guardavi,
che Dio ce contemplavi — en quella carne velata?
     Quand’esso te sugea, — l’amor co te facea,
la smesuranza sea — esser da te lattata?
     Quand’esso te chiamava — e mate te vocava,
co non te consumava — mate di Dio vocata?
     O Madonna, quigli atti — che tu avev’en quigl fatti,
quigl’enfocati tratti — la lengua m’han mozzata.
     Quando ’l pensier me struge, — co fai quando te suge?
lo lacremar non fuge — d’amor che t’ha legata.
     O cor salamandrato — de viver sí enfocato,
co non t’ha consumato — la piena enamorata?