Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1915 – BEIC 1853668.djvu/69

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lauda xxx 63


     Ch’aggio pate sí iusto e beato, — somene ensuperbito;
ma quanto da sua via so delongato, — al mondo s’è scoprito;
colui che ne la neve fa sozura,
la sua fattura — se vorrá bannire.
     L’omo che è cieco dal peccato — ed ha gente a guidare,
spesse fiade la guida nel fossato — e falle tralipare;
e s’egli è omo che vol predecare,
lo suo parlar — emprima de’ adempire.
     Lo falso Nemico s’è engegnato — a toller povertate,
el suddito si lega col prelato — ne la sua volontate;
colui che t’ha tolta la povertate,
la castetate — te fará perdire.
Li nostri guidator de la bataglia — sí so en tradimento;
e li gonfalon de la sembiaglia — sí so en cademento;
o sire Dio, aiuta la sconfitta;
la gente afflitta — ed o’ porrá fugire?
     Erance forteze smesurate — poste en grand’altura;
ma l’acque del diluvio son passate — de sopra le lor mura;
ed ène tolto el vigor del notare:
lo santo orare — che ne potea guarire.