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lauda xl 85


     — En prima de la scola, — se ve piace, dicete;
ove verrá la gente — a l’albergo ch’avete:
bon è che glie narrete, — ché lo possa trovare.
     — El nome del mio albergo — di’ che è umilitate;
omo che vol venire, — trovame en veritate;
e le spese dicete — che tutte le voglio fare.
     — Ancora me dicete — qual legerite arte;
manda per tutto ’l mondo — che se leggan tue carte;
vengan poi d’onne parte — a la scola a ’mparare.
     — Io ensegno amare, — e questa è l’arte mia;
ed omo che la ’mprende, — con Dio fa compagnia;
se nol perde a follia, — con lui sta a delettare.
     — Ed omo che non ha libro — como porrá emprendere?
Ancor non l’audii — ch’om lo trovasse a vendere;
rascion porramo ostendere — per nostra scusa mostrare.
     — Io son libro de vita — segnato de sette signi;
poi ch’io siraggio aperto, — troverai cinque migni,
son de sangue vermigni — ove porran studiare.
     — Forsa quella scrittura — ha sí forte construtto,
che non la porria entendere — chi non fosse ben instrutto;
staría tutto derutto — a non potendo pro fare.
     — ’Nante è la scrittura — che omne studiante
si ce pò ben legere — e proficere enante;
notace l’alifante — e l’aino ce pò pedovare.