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Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/144

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— S’egli è Cristo non me giova, — ch’esso vencerá la prova:
non so guerra che mova, — si par dotto ed amastrato.
Lasso me, da cui son vento! — ancora non me sgomento:
33voglioce gire, e mo el tento, — ch’ io possa far con lui mercato.
O Francesco, que farai? — te medesmo occiderai
del digiunio che fai, — si l’hai duro comenzato. —
— Facciol con discrezione, — ch’agio ’l corpo per fantone:
37tengolo en mia pregione, — si l’ho corretto e castigato. —
— Veramente fai co santo, — el tuo noni è en onne canto:
mostrate co stai ad alto, — ché ’l Signor ne sia laudato. —
— Celar voglio lo migliore — e mostrarme peccatore;
qt lo mio cor agio al Signore, — tenendo el capo umiliato. —
— Quegna vita vorrai fare? — non vorrai tu lavorare,
che ne possi guadagnare — e darne a chi non è adagiato? —
— Metteròmme a gir pezente — per lo pane ad onne gente:
45l’amor de l’Onnipotente — me fa gir co ’nebriato. —
— Frate, tu non fai niente: — periscerai malamente;
gli seguaci fai dolente, — c’ hai niente conservato. —
— Tener voglio la via vera, — né sacco voglio né pera:
49en pecunia posto èra — che non sia dagl miei toccato. —
— Or te ne va en foresta — con tutta questa tua gesta:
piacerá a l’alta Maièsta, — e l’om ne sirá edificato. —
— Non so messo per mucciare: — ’nante, vengo per cacciare,
53ché te voglio assediare, — ed a le terre agio attendato. —
— Molta gente me torrai — con questo ordene che fai:
le femene me lasserai, — che non è buon misticato. —
— Ed io te voglio dir novelle — le qual non te paròn belle:
57fatto ho orden de sorelle, — da le qual sie guerregiato. —
— Qual será la scortegiante — che se voglia trare enante
contra le mie forze tante, — che tutto’l mondo ho conquistato? —
— Nella valle spoletana — una vergen c’ è soprana:
6i Clara, de donna Ortulana, — tempio de Dio consecrato. —
— Quilli che son coniugati — non siròn da star coi frati:
siron da te allecerati, — averògl so mio guidato. —
— Ed io te vogl far afflitto: — uno ordine agio elitto:
65penitenti, orden deritto, — en matrimonio dirizato. —