Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/235

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— Succurri, piena de doglia: — ché ’l tuo figliuol se spoglia,
e la gente par che voglia — che sia en croce chiavato. —
— Se glie tollete’l vestire, — lassatemel vedire
come’l crudel ferire — tutto l’ha’nsanguinato. — <&>
— Donna, la man gli è presa — e nella croce gli è stesa:
con un bollon gli è fesa, — tanto ci l’on ficcato!
L’altra mano se prende, — nella croce se stende,
e lo dolor s’accende, — che piú è multiplicato. $6
Donna, li piè se premio — e chiavellanse al lenno:
onne iontura aprenno — tutto l’han desnodato. —
— Ed io comencio el corrotto: — Figliolo, mio deporto,
figlio, chi me t’ha morto, — figlio mio delicato?:* 4a
Meglio averien fatto — che ’l cor m’avesser tratto,
che, nella croce tratto, — starce desciliato. — •’*
— Mamma, o’ sei venuta? — mortai me dai feruta,
44ché’l tuo pianger me stuta, — che’l veggio si afferrato. —
— Figlio, che m’agio anvito, — figlio, patre e marito,
figlio, chi t’ha ferito? — figlio, chi t’ha spogliato? —
— Mamma, perché te lagni? — voglio che tu remagni,V
48che serve i miei compagni — ch’ai mondo agio acquistato.
— Figlio, questo non dire: — voglio teco morire,
non me voglio partire, — fin che mo m’esce ’l fiato. —
Ch’una agiam sepultura, — figlio de mamma scura!
52trovarse en affrantura — matre e figlio affogato,
— Mamma col core affi etto, — entro a le man te metto
de Ioanne, mio eletto: — sia il tuo figlio appellato.


Ioanne, está mia mate — tollela en caritate:
. ft.
56aggine pietate, — ca lo core ha forato. —
— Figlio, l’alma t’è uscita, — figlio de la smarrita,
figlio de la sparita, figlio attossicato!
Figlio bianco e vermiglio, — figlio senza simiglio,
60figlio, a chi m’apiglio? — figlio, pur m’hai lassato.
Figlio bianco e biondo, — figlio, volto iocondo,
figlio, perché t’ha el mondo, — figlio, cusi sprezato?
Figlio, dolce e piacente, — figlio de la dolente,
64figlio, hatte la gente — malamente trattato!