Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1930 – BEIC 1854317.djvu/94

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— Non ne pari spogliata — conio si converna:
del mondo non se’desperata, — spene ci hai falsa e ria;
spogliate e gettala via, — che ’l cor non sia reprovato. —
— Ed io me voglio spogliare — d’omne speranza ch’avesse,
e vogliomene fugire — da om che me sovenesse:
3-5 megli’è se en famemoresse, — che’l mondo me tenga legato. —
— Non ne pari spogliata — che glie ne sia’n piacemento:
de spiritai amistanza — grande n’hai vestimento;
usate, ché getta gran vento -*■ — e molti si ci on tralipato. —
— Molto m’è duro esto verbo, — lassar loro amistanza:
ma veggio che lor usamento — m’arieca alcuna onoranza;
4t per acquistar la vilanza — siragio da lor occultato. —
— Non t’è oporto fugire — lor usamento a stagione;
ma ètte oporto fugire — de non oprir tua stacione:
per uscio entra latrone — e porta el tuo guadagnato. —
— Opriteme la porta, — pregove en cortesia,
ch’ io possa trovar Iesú Cristo — en cui aggio la spene mia;
47 respondemi, amor, vita mia: — non m’eser ormai straniato. —
— Alma, poi ch’èi venuta, — respondote volontire:
la croce è lo mio letto, — lá ’ve te poi meco unire;
sacci, si vogli salire, — haveráme po’ albergato. —
— Cristo amoroso, e io voglio — en croce nudo salire,
e voglioce abracciato, — Signor, teco morire:
-55“ gaio seram’ a patire — morir teco abracciato. —