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serve a mantener l’ordine necessario e a educare anche l’orecchio dei lettori.

Ero a dirittura annichilita. Ma tutto questo era ben poca cosa confrontato al rimanente.

Subito dopo tornati di ricreazione, la signora X mi consegnò un quaderno sudicetto anzi che no, pieno di una scrittura fittissima.

— In quest’ora — mi disse — non c’è da seccare gli alunni con delle lezioni serie. Hanno ancora il chiasso per la testa e mi confonderebbero un F con una frusta. Faccia far loro degli esercizi d’intelligenza...

E siccome la guardai con un paio d’occhi inebetiti, ella aggiunse con tuono di leggera impazienza:

— Ma dunque ella non conosce bene i programmi scolastici! Guardi: si tratta di domande e risposte su cose molto comuni. Ella faccia la domanda: i ragazzi le daranno in coro la risposta. E se ha dei dubbi, gl’interroghi pure separatamente. Sono due mesi che ripetono le stesse cose e dovrebbero saperle benone. Dia il segnale del cominciamento della lezione.

E giù la solita legnata sul banco con l’ordine imperioso:

— In seconda!

Aprii il quadernino e ciascuno immagini la mia meraviglia e la mia indignazione nel dare uno sguardo alle seguenti domande:

1. Chi è Dio?

Dio è un purissimo spirito, ecc.

2. Di quali facoltà intellettuali ha dotato l’uomo?

Di memoria, volontà, immaginazione.

3. Che cos’è la volontà?

E i poveri piccoli martiri rispondevano, oh come ri-

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