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ed operosità veramente esemplari, fino a tutto il giorno presente.

Attesta altresì che la predetta signora Ida Baccini, dotata di non comune ingegno, dimostrò coltura di gran lunga superiore a quella richiesta per occupare il posto che Le fu conferito e che nelle Scuole sovraindicate tenne sempre un contegno lodevolissimo, così per cortese deferenza verso i suoi superiori, come per gentile amorevolezza verso gli alunni che le furono affidati, dalla disciplina e dal profitto dei quali si ebbero prove non dubbie della sua attitudine all’insegnamento elementare.

E le rilascia il presente certificato onde Ella possa valersene come di ragione».

Firenze, dal Palazzo Municipale

li 26 dicembre 1878.


Tutte belle cose, come vedete, ma che non diminuivano per nulla le angosciose responsabilità della mia posizione. Uscendo dalla scuola, così all’improvviso e per mio capriccio, non avevo diritto — naturalmente — alla più piccola gratificazione: l’orizzonte quindi rimase oscuro e nebbioso finchè non spuntò un astro nuovo nella persona del Pancrazi; ma quando per i fatti già accennati anche il nuovo astro tramontò, non so dire ai miei lettori come rimanessi!

Rimasta sola in campo, cercai di attaccarmi ai pochi amici fedeli e specialmente al Ubaldino Peruzzi, al Pietro Dazzi, al Cammarota, a Mario Manfroni, coltissimo uomo e tempra squisita di educatore, e li pregai a trovarmi lavoro e lezioni. E come mi si dimostrarono sinceramente affezionati quei galantuomini! Il signor Ubaldino lo avevo

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