Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/189

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nuto necessario!... Non dite, carissima Ida, che voi potete scrivere solamente per i piccini. Vi fate torto. Voi siete forte. Credo bensì che non possiate resistere a lunghe fatiche di creazione, appunto perchè siete forte ed originale. Qui vi apprezziamo moltissimo. Vassallo1 odia le donne che scrivono male. Ne ammette due o tre solamente, in Italia. Debbo dirvi che voi siete una delle due o tre? L’amico direttore vi saluta tanto...

Io spero di venir presto a Firenze, almeno per una giornata. Debbo andare a Bologna, da una mia zia che vi si troverà di passaggio, in questo mese. Allora io vi vedrò. Domani intanto io vi manderò «Dal Vero» un mio libro di bozzetti, poi le «leggende napoletane». È tutto quello che ho pubblicato insieme col «Cuore infermo». Qualche particolare? Sono nata a Patrasso, in Grecia, nel 57, da una patrizia greca e da un esule napoletano. Nel 1860 a Napoli, sino all’81. Studi scarsi, infanzia nulla, anzi cretina. Lettura immensa, dai dodici ai venti anni. Madre coltissima,

intelligente, angelica, divina. Da lei tutto. Diploma superiore. Mai insegnato. Due anni impiegata al telegrafo, dai diciotto ai venti2. Cominciato a scrivere nel 78. Il resto ce lo metterete voi. Ma io non valgo la spesa di un profilo. Ad ogni modo, grazie.


  1. Allora direttore del «Fracassa».
  2. Quando l’artista è artista davvero, si rivela sempre, ed è grande anche nelle sue rivelazioni più umili. «Telegrafi dello Stato» è una delle più belle cose che abbia mai scritto la mia grande amica. Avviso per le signorine moderne che fanno boccuccia alle professioni... poco distinte!