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fui assediata e pur troppo sono assediata ancora da una vera falange di manoscritti il cui contenuto si ispirava spesso alle più grandi sciocchezze che si possano concepire in materia d’arte, di letteratura e di educazione. Per fortuna mi rimanevano due sfogatoi quotidiani: il cestino e la «piccola posta».

Nel cestino piombavano con rapidità vertiginosa tutti i manoscritti che non potevano essere pubblicati in nessun modo, sulle colonne del mio giornale: nella «piccola posta» rispondevo per le rime a tutti gli indiscreti che invocavano con troppa insistenza i loro... diritti o che affacciavano pretese addirittura ridicole. In quelle «piccole poste» così impertinentemente argute, io davo buona prova di un certo mio spirito, terribilmente ironico e beffeggiatore che mi ha procurato le simpatie più calde dei miei amici e gli odi più neri delle mie... disgraziate vittime. Spesso quando qualche importuno mi seccava eccessivamente, esigendo che io pubblicassi nella Cordelia i suoi parti... mostruosi, io messa alle strette, finivo col pubblicarglieli nella «piccola posta», chiosandoli di tutti quei commenti... maligni anzichenò che formavano la nota speciale della mia critica umoristica. Rinunzio a descrivere la profonda indignazione dell’autore che mi gratificava immediatamente dei più atroci improperï.

Nella Cordelia scrivevo settimanalmente una rassegna letteraria nella quale passavo in rivista, oltre i giornali, tutti o quasi tutti i libri di prosa o di versi che si pubblicavano in Italia e che gli editori inviavano in doppia copia al giornale. Firmavo, queste mie rassegne spesso molto vivaci e talvolta anche un po-