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XII.

Cuore e testa.

Qualche altro episodio. Spesso l’insieme di tutti questi piccoli fatti serve a tratteggiare un carattere con maggiore efficacia d’uno studio analitico a base scientifica.

Mia madre mi aveva avvezzato prestissimo ad uscir fuori sola: non per passeggiare, si capisce: ma per quelle mille piccole necessità sì frequenti anche nelle famiglie dove non mancano le persone di servizio. Andavo sola dal cartolaro, dal merciaio e qualche volta — di nascosto a tutti! — da un certo sor Giovanni pasticciere che aveva la bottega in piazza Santi Pietro e Paolo, a due passi dalla scuola. Anche a scuola andavo sola e ne uscivo sola.

Da via degli Elisi non ci erano che due passi! Ah come mi piaceva quel vedermi per la strada senza accompagnature, padrona di star ferma davanti a una bottega anche per cinque minuti di seguito!

Qualche volta davo degli appuntamenti a dei piccoli condiscepoli a cui consegnavo il componimento o il problema bell’e fatto, in compenso d’un balocco, d’un dolce, d’un gingillo qualsiasi. Quante chicche ho mangiato ad un certo P...., un bravo bimbo zuccone che mi adorava! Un giorno dunque, in cui, reduce dalla scuola, avevo già infilato il portone di casa, sentii dietro a me uno scalpiccìo discreto accompagnato da un mugolìo. Mi volto e mi trovo tête à tête con una bambinuccia della mia età, dal visino violaceo dal freddo.