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Pagina:Idilli di Teocrito (Romagnoli).djvu/105

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64 TEOCRITO

menalca
E quale premio dunque porremo, che sia sufficiente?
dafni
Questo vitello, io: tu, grasso al par della madre, un agnello.
menalca
Non metterò l’agnello. Mio padre è bisbetico, ed anche
mia madre; e tutte quante le pecore contano a vespro.
dafni
Dunque, che metterai? Che premio avrà dunque chi vince?
menalca
Questa sampogna ch’io foggiai, nove canne leggiadre,
tutta di bianca cera connessa, di sopra e di sotto.
Questa io porrò. La roba del babbo non posso toccarla.
dafni
Una sampogna posseggo anch’io, nove canne leggiadre,
tutta di bianca cera connessa, di sopra e di sotto.
Or ora l’ho foggiata, che ancor questo dito mi duole,
perché mi si spezzò la canna, ed un taglio mi feci.
menalca
E chi ci ascolterà? Chi su noi vorrà dare giudizio?