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conformo itile esigente spirituali. sociali e politiche dell’epoca nostra.

Yevnn, dopo essere stato degradato da ufficiale dell’esercito por avere picchiato un prete, diviene poi uno dei copi della rivoluzione cito scoppia nel suo paese e, finalmente, il dittatore di un nuovo regime di cosidetta liberti. Ma avendo egli costituito un’Assemblea Libera del Popolo, s’accorge cho tutti gli uomini clic avevano Inverato fedelmente con lui quando era un dittatore, lo vanno abbandonando proprio adesso clic si é messo n disposizione del Popolo e che a lui ba trasmesso direttamente II potere.

Lo spirito del bene in lui 6 simboleggiato da un «wandering Elder» (un vecchio pellegrino), il quale gli appare sempre nei momenti di crisi. E quando Yevnn, conseguito il potere, si avvede che tutto è falso, che occupando il posto del tiranno deposto è anch’egli portato, per ristabilirò l’ordine, n usare metodi tirannici, l’EIdcr gli spiegn come tutto cib era inevitabile, perché essendosi proposto di smuovere una montagna l’aveva soltanto salita c si era mantenuto sulla cima, a O rimaniamo, quindi, sulla cima, dimenticando che abbiamo tradito il nostro primo proposito, o torniamo a quel proposito, sia pure per morire con gli altri nel tentativo di vederlo at.

tuato»

Quando Ycvan vedo crollare il suo sogno c ritornare al potere il Granduca cacciato, ili nuovo gli si presenta (I vecchio, c a lui che tristemente parla di (ìnc dice: «no, è soltanto il principi».... Non pub finirò in nulla il vostro insuccesso. Questo per gli nitri.

Voi, poi, avete ottenuto In più bella vittoria che mi uomo possa conseguire. Quolln su voi stesso. Pcrcib siete preparato per il lavoro per cui vengo ora a rinomarvi». «Quale lavoro?» «Educare il popolo a non avere bisogno di un tiranno, Cioè insegnargli come pub divenire degno della libertà, clic ciascuno dove cercare per sé c solo in se stessa». B sostenendo Ycvan clic questo sarà impossibile l’F.bler risponde blic sarà impossibile finché il popolo rimanga «inumano»

cioè «non umano conte Dio lo hn voluto ■, e clic sarà compiuto non da Un solo uomo, ma dall’opera e «(alla fede di intere generazioni di uomini.

Iji figura di Yevnn «> delineata con scorci (tossenti e colla forza e con la sicurezza di un grande artista:

sin quando «ancora un giovane impulsivo c brutale, sin qunmlo è divenuto un uomo serio e spiritualmente maturo. R accanto n lui sono sempre vivamente ri.

trottnti gli altri personaggi del ilramimi t il soldato visionario, il comico leader socialista, l’astuto Cancelliere (che è il genio cattivo ili Yevnn), il granduca a«tr«>nomov -eoe.

Il lavoro ricorda per analogia «Massonicnscl»» dol tedesco Ernst Toller, se pure quest’ultimo, rivela una maggioro maturità del suo autore; ha sollevato discussioni vivacissime nei circoli intellettuali di Londra, prova questa del mio interessò c «Iella sua vitalità.

Londra - Agosto 1926.

I. M. ENTHOVKN.

Buchi nell’acqua Non è facile intendere cosa sia la prudenza, questa virtù tanto esaltata dagli antichi c che.

a dire il vero, non è tenuta in gran conto dai moderni. A me pare un segno della maturazione interiore di un uomo e consista in un attivo controllo della coscienza sull’azione.

In essa c per essa la mente esercita una penetrante analisi nel mistero delle circostanze empiriche c dà la magica misura all’azione.

In essa c per essa l’uomo stabilisce a proprio vantaggio una regolata armonia in quel caotico fluire che è la sua vita. In essa e per essa cooperano le più opposte facoltà psichiche: come la meditazione o la divinazione, Tutti sanno che i medesimi abiti esteriori possono essere sostanzialmente diversi per la diversa colorazione psicliica che ricevono dall’animo che li compie: si consideri ad esempio l’educazione intesa come cerimoniale del buon costume. Essa viene tramandata come una scienza sacra dai genitori ai tìgli: essa viene insegnata perchè così «si usa», viene imposta colla violenza cd accettata dal fanciullo per timore della immediata sanzione; col tempo, per lenta assimilazione, nel fanciullo divenuto adolescente c i>oi uomo, essa diventa un abito meccanico, una seconda natura, una cosa «del tutto spontanea». Allora l’uomo fa così perchè si deve fare cosi, ma non sa perchè deve fare cosi. Egli si trova in una condizione di equilibrio.

Questo equilibrio si spezza proprio quando si affaccia il problema del perchè; allora l’uomo si chiede se non potrebbe fare altrimenti.

Ui prammatica del protocollo sociale gii appare una cosa ridicola perchè non ne intende la finalità. Come uno spirito libero clic si affranchi da viete superstizioni, egli insiste nel seguire vie diverse dalle comuni, sentendo in ciò una affermazione della propria personalità. Cosi egli compie la sua esperienza, necessariamente squilibrata.

Cosi egli giunge alla terza posizione che è quella dclPuomo «consumato»; sa clic il protocollo del buon costume è una specie «li magia per incantare i serpenti od altrimenti una arte suggestiva verso gli altri c repressiva verso sè medesimi mediante la quale si riesce, per lo meno,:ul evitare di aizzare contro se stessi le volontà altrui. Così Titolilo educato non provoca l’ira dell’altro uomo c, soddisfacendo c servendo l’altrui volontà nelle piccole cose, riesce a far trionfare la propria in quelle di qualche importanza.

In questo terzo stadio la facoltà viene cscrcitata in piena coscienza cd in essa si riflette la mente del singolo. Poiché in tutte le cose vi è una misura: l’uòmo può essere eccessivamente ligio alle altrui volontà nelle cose piccine per poi con un raggiro piegarle alle proprie direttive. In questo caso l’educazione diviene una inala arte, una specie di sporca stregoneria, cd il popolo hn ragione bollando di ipocrita chi è «educato» in tal senso, perchè costui oltrepassa il segno.

Oppure l’individuo può offrire una melodrammatica resistenza verbale, urlare le proprie ragioni, riuscendo ad irritare chi lo nscolta, per poi abdicare in concreto.

Allora egli ha operato il proprio danno, è rimasto al di qua del segno, ed il volgo ride di lui.

Ma si può anche fare un limitato sacrificio nelle piccole cose alle altrui esigenze, per conservare la propria pace, si può lasciar vivere per vivere e «piesta è saggezza. Tale saggezza finisce quindi per essere un senso del limite, un’approssimazione al giusto rapporto, che in ogni circostanza vi deve essere tra la propria volontà c quella altrui. I) limite gince tra i due estremi della remissività e della prepotenza e chi riuscisse ad attenersi costantemente ad esso vivrebbe una vita sommamente armonica.

Ho distinto tre sbadii: è evidente che essi non sono necessariamente realizzati tutti e tre nella vita di ogni uomo: la maggioranza si arresta anzi al primo. E’ pure evidente che essi non possono dirsi assolutamente e geometricamente distinti, ma bensì innestati l’uno nell’altro cosicché uim medesima nzioIL TEATRO E RENATO SIMONI Mario (ironia m propone iti t Mulinar e in q urti stilili la critica teatrale italiana ut trai’riso i suoi scrittori più rappresentativi. E comincia ila limato Situo ni.

Eoi pii limino ragione; ma per altri motivi, dir onestà verso il nostro collaboratore e la resjuwsabilità che sentiamo per ì nostri lettori; ci iinjuinpono ili precisare.

Renato Simoni è veramente, scrollilo noi, il rappresentante più tipico tirila critica teatrali’, italiana. Critica che si esaurisce quasi sempre, in un jtovero commento tirila novità, nelle affrettale note composte qunmlo il piantale sta per n/ulare in macchina, ■ nelle osservazioni, talora acute, delR opera ila piudicarc. La critica, insomnia, fatta apposta per il buon pubblico ifallano, senza pretese, sema i/lee, anche se sufficientemente colto t intelligentr, quasi sempre, benevolo l’iiululpente versa l’autore.

Ci iustaulente ili questo pubblico è l’ùlulo Renalo Milioni, Ma nelle sue critiche noi non abbiamo trovato mai neppure il te nini ivo ili inquinirare la personalità ih un autore.

Il critico teatrale tiri Corriere della Sera • pur sempre l’uouu. che la vita ha preso litri suo lato più facile c più com olio, l’che per conservare /astia buona posizioni: si è pi e palo a tutte, le transazioni e a tutti i compromessi.

Imitile ‘lire- che nel nostro pessimistico pia(litio sui critici italiani di teatro escludiamo siri rialto Tihjher. N. d. I) Nel dominio dell’estetica si è accoltalo lo stesso diritto di cittadinanza che vi hanno critica e arte: per quelTinnegabilc origino di o* gni travaglio critico che è data dal tormento «li una personalità cho vuol rivelarsi a so stessa.

Scelte c accostamenti tra maggiori c minori sono, per il critico, quello che per l’artista sono necessità d’episodi e di figure, insistenze di noto e di colori, significati di sfondi e di chiaroscuri.

I’ur tuttavia, ili j>arecchi critici, non è diffìcile di jwtor scorgere un incon fossato rimpianto per il beato regno cui si seppe o ai dovette rinunciare; e molto volto la critica d’un poema è la coiifo3sioiin del poema che si sarebbe voluto scriverò.

Ma nel Simoni non vi sono e non vi sono stali rimpianti o rinunce. C’ò la gioia di sentirsi ricco c di poter ancoro, volendo, esser prodigo.

Non c’è mai stato, nel suo temperamento d’artista, il calcolo avaro che si misura e noti osa. Porciò, nel suo temperamento di critico la dote precipua è «(uella di una serena immutabile cordialità.

Questa sua calda simpatia limami sempre viva per l’uomo e per l’artista che devo giudicare; questa sua cordiale aderenza a ogni tentativo teatrale, clic, in un «1 ramina sbagliato, povero, assunto, iion-dramma, se vi è una sola scena o una sola battuta cho palpiti d’un palpito «li vita, quella scena o quella battuta su additare con una «.-ompiaecnza che, «piasi, vor rohbo farsi pòrgono re ‘li non aver proprio saputo scorgere uulTaltro elio in quel dramma avesse una «pinluiKpio parentela con Parte; ■ questo suo «lituo» cordiale e sereno eoittribuibco non j>oco a porre il Simoni a capo della critica drammatica milanese.

Questa, dal Pozza al Simoni. ha sempre ovitato di avevo un «sistema» protettóre e tirannico, o «li adottare un «problema», prodilelto pupillo. E’ sempre stata d"un bonario impressionismo, riguardosa dell’» emozione* della «commozione» «lei «sumlimento», tanto che talvolta paro che ami diffidarsi a un s«.,mplicistieo, ambrosiano buon senso, clic quasi vorrebbe confondere l’arte, il teatro, con In vita d’ogni giorno - anche so vissuta nelle sue più peregrino vicende, ricche d’impensato possibilità. Non c mai nudata nll’affanuosa ricerca del «nuovo»

pur sapendo sbadigliare con tollornnto tignarnu può esser fatta in uno stato d’animo clic ne abbracci più d’uno: si possono trovare iicr «tempio assai bene sposali l’abitudine cd il calcolo.

Mi pince fare qualche osservazione per quanto riguarda il primo stadio ossia quello abitudinario, bruto o meccanico dell’educazione.

E’ ovvio quanto sia ridicola la cosidettn spontaneità di tali atti, àia è ridicola da un punto di visto teorico ossia di studio mentre è serissima dal punto di vista pratico: poiché anzi vi può essere a volte una certa superiorità di tratto nella persona educata per costante abitudine su quella educata per meditata c un po’ teorizzata convinzione.

Cosi si finisce per intendere che i genitori mediante la violenza inq>ongono ai figli un’arte utilissima, se non alla loro mente, certamente al loro benessere; che i figli godono ampiamente dei benefici di quest’arte di cui non afferrano la portata prescrvatricc. E le cose hanno luogo come per le preghiere di certe religioni positive che, si dice, beneficano il fetide anche se egli non comprende una parola del loro significato.

Ahasvhro.

LA CRITICA do di fronte al «vecchio» che altri avrebbe voluto ignominiosumeute sepjidlire; sa riconoscere con calore un successo, non infierisce su di un’cvideitto sconfìtta; ma ò difficile che sappia 0 voglia, quando occorra, infirmare un successo o riabilitare una sconfitta — anche se il Bacchelli stia ora recandovi la sua scaltrita misura di rondistu, il Rampcrti la sua ironia, o il Romagnoli non dimentichi di essere il geniale traduttore d’Arislofane.

Confortato da Una solida coltura raramente ostentata (ricordare «:crti suoi scorci sul teatro indiano o la prefazione al Hell’/t furilo), pronto a ogni entusiasmo con una vigile esperienza di artista, oggi il Siinoni vi appare come il critico di ima generazione passata — venuta do|>o III eon, culminata in Bataillc ma che senza sforzo sa bordeggiare di conserva con lo presenti.

Nel periodo della massima infatuazione pirandelliana poteva dare questo equilibrato giudizio della farsa metafisica Ciascuno a suo m odo:

«Allora il pubblico ha tirato le somme: ha «concluso che tutto quello che gli era stato dato «era animato e curioso, ma non sup-rava la flui• dità di un intreccio di diaoorsi; che, «-on la c* • sposizione concitata di ideo generali, il Piran• dolio non era riuscito a formare un caso parti«colar# che uvnsso una potenza di rupprcscnta«ziouo veramente comunicativa. S’accorse che la «commedia gli sfuggiva: che il piacerechò’àveva «provato era stato prodotto dai sapienti stimoli «con i quali la sua curiosità era stata eccitata:

«ma ohe tutte quelle clic gli erano sembrato • soltanto unlit e, taglienti, beffarde promosse, «erano invoco la commedia stessa... Questa «commedia è ancora Così è («c vi /mrc). Ma «all’originalità sostanziale di Così l’(se. vi jm1 re.) c sostituita, qui, la bizzarria della «■ompo«sizione.

Questa bizzarria soverchia In commi*«dia.

In fondo gli intermezzi — tranne l’ulti■ ma parte del secondo — sono invenzioni spi• ritose, ma non aggiungono al tema uè luci ■ nuove nò elementi significativi. Mutano ge«nero allo sj>ettacoto, introducendovi una va• rietà chiassosa, «he non medica la monotonia «dell’opera,ma la fa dimenticare...

E. nello stesso tempo, l’autore de La vedova, rievocando alcuni suoi ricordi giapponesi, poteva scriverò questo frammento:

«... c’era a poca distanza Kamakura, vigilante dal Daibutsu, l’enorme atatua di bronzo ■«cesellato del Budda. Òhi vide quel simulacro «non lo jxitrà scorduro mai più. Non il sorriso, «ma lo spirito del sorriso su quel volto senza «passione; e la calma divina di dii ha silurato «anche il pensiero. Un silenzio ineffabile era «nell’ombra dolio suo palpcbrr calate. Egli ci «affascinava a poco a poco. I.’niiinm tremava «.ansiosa c incapace di quella pace! pura*.

Il Siinoni c nato o ha trascorso la sua prima giovinezza in quella Verona che bianchiccia di pjlvero por |*»co che la sferzi il solleone, subitamente Invaia dalla pioggia, ni bagliori dol tramonto rivela la rosea dolcezza de’ suoi vciv chi marmi «• del «un granito, sì che ogni torre e ogni frontone s’offre coinè in una scenografia rosco-doratu. Dal Usimi a Piazza dello Erbe, dnH’Arcna a Piazza dei Signori, l’animo s’appaga nelle vicende di tre epoche ohe in ogni pietra e in ogni scorcio gli offrono uu motivo «l’arto e rii vita. 11 veronese cho «’inurba nella metropoli nari c lo spaesato ’die tenterà un riio schema, anche astratto, di patria spirituale. S.

Zeno lo accompagnerà dovunque con 1 Mulina»

ginc di Madonna Verona, tanto compiuti e (xsrfctti no sono i limiti o i toni, e tanta l’arte vi ò tenuta in gran conto, (piasi quanto una conetta incoronata di pexcànlinr o inuffmta di Valpolicella. Piazza delle Erlxi.re unica al mondo, la loggia di Era’ Giocondo è la meraviglia del quattroconto, in mezz’ora si va sul Garda, il lago più piando d’Italia, e Siinoni, ciiì,,cr a Milano, al Coritrc: s’è fato una splendida imitimi.

E’ forse la position cho ha vietato al Simoni dì darci quello cho da lui 8i era atteso. Occhi arguti di veneto, guance e labbra d’ambrosiano, il giovane che a ventisi» anni scriveva La vedova e che poi doveva darci il primo atto del Gotti e Conpedo, in questi ultimi tempi, con un perenne troppo facile entusiasmo. — quasi )>cr lui fosse som pro la scapigliat a vigilia con BarbArnni e Dall Oca Bianca — può collaboraro al (ineriti Meschino o a libretti di melodramma, dirigere La lettura, rivedere l’arion© coreografica del famigerato Krctllior, scrivere col Eraccaroli St vaccinar in: può acconciarsi a essere il puntualissimo Turno della Domcniia del Corriere o dol Corriere dei Piccoli, accettar re l’eredità di Ianni p.-r il trafiletto della terza pagina del Corriere, continuando così a disperdere il suo ingegno con una prodigalità che sovente s’inibisco la scelta, con una passione per il giornalismo cho, so gli ha valso la position, gli ha impedito di scrivere lo commedio cho ci aveva promesso. Perciò, con malinconia pensiamo a Simoni. incontrandoci talvolta con Turno, dal parrucchiero: ma cerchiamo la colonnina di r. il giorno dopo Vultima «novità».

MARIO CROMO.

G. B. PARAVIA & C.

Editori-Librai-Tipografi TORINO-MILANO • FIRENZE - ROMA - WRPOliI-PALERMO Libretti di vita La collima LIBRETTI 1)1 VITA mira n porgere clementi ili educazione filosofici» c rcligioM», contrihumulo con «|unlco*a ili suo ni vasto lavorio moderno intorno ni valori essenziali. Essa si rivolge a tutti coloro i «|unli, min potendo accostare i fosti «li alcune correlili spirit unii. dcMilerano puro alimentarsene direttamente olle fenili: casi, dove convenga, gli icritti pnlililirnli risulteranno romjxwti «li cernite tratte «la opere intere e cóùdottc in modo «la offrire l’essenza di un dato tnnrimrnfo o di un dato autore — dai maggiori ni minori.

La collana si comporrà di volumetti die raccoglieranno:

Il Scritti ricavati dulia tradizione spirituale italiana, sin individuando qualcuno dei risultati del suo progresso rinnovatore, sin recandone i germi fecondi o comunque indicatori doll’indirizzo originale del nostro pe.usiero; 2) Scritti ricavati dalla tradizione spirituale di altri popoli, mettendo in luco quanto giovi scoprire l’unita profonda delle diverso credenze anziché ribadirne l’inconciliabilità delle forme le quali sono il Into transitorio della ascesa umana verso sintesi superiori di vita affratellata.

SONO FINORA PUBBLICATI:

Il Tnlin uri. scelta di massime, parabole, leggende, ry i nni «li M. Ueilinsou c I). I-nttcs L. 7,— HOUMK,1.:.Scritti «fi religione, n cura «li A. Runll» 6,— nilStfNKM.I: Scritti relhjiotl dei rijnrmalori if of ioni ilei 1600» 6;— GUY Alt r, M.; /,» fede dclVatcenirc. Bugine scelte di A. Hauti» 6,— Il EH MKT A.; /.a Reputa di S. Ihncdtltq»

SOLOV.IOV V.: Il bene della mil ara umana, a «Mira di E. Lo Gatto» 6.-— TOWI ANSICI A.: l-o spirilo c l’azione. Pagine edite c«l inedito scelte «la Maria Bcrsjigno-Begey

  • £,— Sentii per la conferenza ilio infialo licite t’frìcic cristiane, tradotti dnll’inglrse da Aurelio Palmieri» 6,— JACOPONP. DA IODI:.Inuiutcsfrainciiti morafi, «-òntcmiti in alcuni* laude mitc.

a cura «li Pietro Rèborn» 6,— I AMBRI SCHISI U.: Armonio iteli*-.vita itmiina. Pagine raccolte dallo Mie opero edite cd inod. «li» A. I.ìnnclier» 6,— TASTI DE VA: In minutimi remo la luce.

p«*r li» prima volta tradotto dal sanscrito Sii italiano «la G. Tucei» 7,— PLOTINO: Dio. Scelta e traduzione dalle Enneadi con introduzione «li A. Ronfi» 6,— Le reptile ilei t«*»fomento «fi.Santo f-’mnccm’o, a cura del prof. A. Ilcrmot» 6,50GIOBERTI V: //Italia, la Chiesa e la Ciditti un ir errato. Pagine scelte a cura di A. Rruers» 6,60»

La l’cri hi lì libererà. Pagine scollò «Inll’ftnitazionó «f»

Tristo, n -uni di Giovanni Semprini.

SAGGEZZA CINESE. Sedia di massime, parabola «t feti ino,/fa -j cura del prof. (». lucci.

K uscito nella collezione «l’arte moderna ed 6 in vendila presso lu libreria lioopli di Milanoa Lire dieci:

FELICE CASORATI di RAFFAELLO GIOU.I Ci sono più di 1000 • mille. - ficrsoiie che. ricevono il Marciti, io tratlenpono c non ne hanno ancora papato l’abbonamento.

Sollecitiamo di nuovo» ritardatari a fare il loro dovere, anche, per renarci la forte spesa di far emettere trutte postali.

Direttore Responsabile Piero ZANETTI Tipografia Sociale - Pinerolo 192C