Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/43

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xxxviii introduzione

come un mercante abile nasconde le sue ricchezze per timor de’ ladri, il vero saggio deve nascondere la sua virtù e la sua scienza per timore del volgo. Liberatevi dal vostro orgoglio e dai desiderii che vi agitano l’animo; rinunziate ai vostri ambiziosi progetti, da’ quali non ritrarrete alcun frutto. Voi parlate dell’umanità e della giustizia de’ santi uomini antichi; e non v’è anch’oggi l’umanità e la giustizia, che serve a mascherare la crudeità e la prepotenza? La colomba per mantenersi bianca non si lava già tutti i giorni; il corvo non tinge già le sue penne per esser nero. E voi predicate l’umanità e la giustizia per far gli uomini umani e giusti! Maestro, v’ingannaste intorno alla natura dell’uomo. Mi sembrate un pastore che voglia a suon di tamburo ricondurre all’ovile una pecora smarrita».

Il carattere e i sentimenti dei due filosofi erano, come si vede, differentissimi. Deplora anche Lao-ze il basso stato, in cui era caduta la Monarchia: «Oimè, esclama egli nel suo libro, quanta leggerezza io veggo nei reggitori dell’impero! I saggi ministri, e gli onesti, abbandonano la corte; e il trono è messo in pericolo per le disordinate passioni del principe».1 Ma egli, dominato da un senso di


  1. Tao-te-King, i, xxvi.