Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/614

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parte seconda 537

«— In quanto a’ peccati, in parole o in opere, ve ne sono in due specie: quelli che si commettono apposta e quelli che si fanno disavvedutamente. Nessuno, per quanto cauto egli sia, può dire di non cadere in qualche fallo, senza accorgersene; e perciò si usava una volta nella preghiera le parole: «degnatevi di correggere i peccati, de’ quali mi posso esser reso colpevole». Ma è meglio supporre che le colpe siano involontarie; che gli Dei, quando uno ha in animo di correggersi, son sempre disposti a perdonare. Gli Dei cattivi, o demonii che si chiede agli Dei buoni di tenerli lontani da noi, sono esseri, i quali cercano di continuo far danno alla società e alle persone. Essi ebbero origine dalle impurità, che Izanagi si prese visitando il mondo inferiore, e che egli si tolse per via di purificazioni.1 In appresso le impurità e gli spiriti malefici s’accrebbero sempre più; e specialmente poi dopo l’introduzione del Buddhismo. Gl’Iddii de’ venti, di sopra invocati, hanno potenza col loro soffio di cacciar via tutto quello, di che voglion liberar la terra, e in special modo i mali e le brutture del mondo.

«— La preghiera che deve seguire a quella riferita, s’indirizza ad Amaterasu e agli altri Dei che hanno dimora nel sole, e sta tutta nell’invocarne semplicemente il nome.

«— La terza preghiera è diretta a Izanagi e Izanami, e agli altri Dei che abitano la luna.

«— La quarta si porge agli Dei di Ise, principalmente ad Amaterasu e a Toyoukebimeno Kami, e poi alle altre deità minori, adorate nelle cappelle vicine al tempio maggiore». — Toyoukebime fu la figliuola di Wakamusubi; e questa nacque dalla congiunzione del Dio


  1. Vedi pag. 530.