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116 Matteo Bandello


V. 6. Un cinto, un serto, una cintura.

V. 8. D’una guisa, d’un sol modo.

V. 10. Croco, fiore e quindi colore di zafferano.

V. 11. Coce, costrutto irregolare per l’attrazione della rima; non si ricorda di me Delio, che ardo nel fuoco.


LXI.

Fa la Mencia in pieno inverno fiorir le viole: tanto è il calor degli occhi suoi!
          Ballata.


Donna, che sete il sol degli occhi miei,
     E vita date alla mia vita sempre
     Con sì diverse tempre,
     Che senza vostra aita i’ ne morrei;
5Ecco che for del corso di natura,
     Or che si vede chiaro
     La neve, e ’l ghiaccio a paro
     Coprir le piagge e i colli d’ogn’intorno,
     Ch’odorate le viole oltre misura,
     10Il vostro lume chiaro
     (Effetto altiero, e raro)
     Fa germogliar, e ’l sol è in Capricorno.
     Felice, avventuroso e sacro giorno,
     U’ col favor de’ vostri caldi rai,
     15Come nei mesi gai
     Col ghiaccio le viole a par vedei.


V. 1. Donna, prima parola dell’esordio, acquista efficacia ed evidenza. Il Petrarca: «Colei che sola a me par donna», Canz., CXXVI, V. 3. — Il sol, la Mencia. Da questo paragone è condotto alla imaginosa fioritura allegorica invernale.

V. 5. For del corso delle cose naturali, e cioè in modo sovrannaturale. Effetto già vantato al v. 13, son. XLIX.