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148 Matteo Bandello

     Dalle rosate labbra dolcemente,
     Scoprir si vide il sole
     Con l’alta luce viva,
     Lume del mondo e vita d’ogni gente.
     20Ch’allor allor repente
     Cessò la pioggia e ’l vento,
     E senza nubi o velo
     Sereno apparse il cielo
     Alla dolce armonia fermato, e intento.
     25Ahi! che soave voce
     Che m’arde e non mi noce.
E gli augelletti gai
     Che ’n questi giorni lieti
     Van disfogando il duol acerbo e amaro,
     30I lor pietosi lai
     Su per li rami queti
     Dal bel concento vinti intralasciaro.
     Che lor ben parve raro
     Quel canto, anzi divino,
     35Veggendo l’erbe, e i fiori
     Novi vestir colori
     E farsi allor più vago il bel giardino.
     Dove cantava quella
     Dolce d’amor rubella.
40Ella cantava allora
     Con tanta maestate.
     Che mortal lingua nol potrìa scoprire.
     E ben che mostri ognora
     Nova divinitate,
     45Che tutto ’l mondo fa di sè gioire,
     Faceva allor uscire
     Tante dolcezze e tali,
     E non so che da quelli