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Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/18

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Introduzione 17


Di queste sue «cosette», o non ne facesse per davvero gran caso — ma come avrebbe osato allora mandarle «a tanta e tale madama»? — o piuttosto perchè coltivasse nell’animo la speranza di attendere in seguito, con altre ricerche o con nuove composizioni a farne la raccolta meno imperfetta, non volle nè allora, nè poi, consentirne la pubblicazione, alla quale lo veniva invitando lo stesso Paolo Battista. E questi, un anno dopo — marzo 1545 — dando alle stampe i di lui Canti XI ecc., di cui si disse, usciva nel seguente rammarico: «così avessi io le sue rime...» alle mani, voglioso com’era di metterle in luce!

Il codice autografo «di seta ricoperto e dorato»1,

  1. Per questo codice, vedasi il Napione, Vite ecc., cit., t. II, p. 291. Delle «gioie, argenterie, tappezzerie, mobili di Margarita di Francia, duchessa di Savoia» esistono nell’Archivio di Stato di Torino due Inventari (mazzo 1º, n. 4; n. 5) il primo redatto nell’anno 1559, l’altro «dopo il di lei decesso, in febbraio 1576» che riguarda anche «gli abiti» e cioè tutto quanto esisteva «in due coffani ne la camera di Sua Altezza». In altro incarto (mazzo 10º, n. 13 «Storie Particolari»; Storia della Real Casa, Categoria 3ª) vi sono epitalami, manoscritti e a stampa, in lode della duchessa Margherita. Tutto questo materiale abbiamo esplorato nella speranza di trovare un elenco dei libri o codici recati in Italia dalla augusta Sposa; ma esso manca e non v’ha il menomo accenno all’autografo bandelliano. Di esso noi possediamo però due descrizioni, l’una anteriore all’incendio, in Pasinus, Codices, cit., p. 448; l’altra posteriore, la qui seguente, in Peyron, Codices, cit., pp. 273-274: «Chartaceus, sæc. XVI, constat foliis 154, in 4º minimo. Serico tegumento ornatus. Continet: Alcuni fragmenti de le Rime del Bandello». Lo descrive minutamente, e dà conto delle parziali pubblicazioni avvenute di queste Rime prima dell’edizione integrale del Costa, cit.; e annota: «Codex hic visus est autographus doctis viris, atque ipsum exemplar quod ab auctore Margaritæ Francicæ oblatum est, quodque postea una cum aliis compluribus codicibus eximia illa in bibliothecam viri sui Emanuelis Philiberti transtulit».