Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/230

Da Wikisource.

Il Canzoniere 227

Ma si piegaro sì sul cor gelato,
     Che ’n loco di maniglie Ella n’avvolse
     D’Amor malgrado, l’uno e l’altro braccio.


V. 1. Lauro, gloria; olivo, pace.

V. 2. Madonna sta seduta, «in sè raccolta», come l’ombra del Sordello dantesco: «Tutta in sè romita», Purg., VI, 72.

V. 3. Nutritivo, vivificatore. L’aggettivo stona alquanto detto di raggio.

V. 4. Sdegnosa. Anche questo è un attributo dell’«anima lombarda» di Bordello che se ne stava «altera e disdegnosa», ivi, v. 62.

V. 12. Sul cuore gelato urtarono, e, senza penetrare, si contorsero i due dardi: ed ella se li attorcigliò alle braccia facendone due maniglie. Imagine barocca.


CLXI.

Delio fa doni votivi a Cerere, a Bacco, a Pale.
        Sonetto pastorale.


Cerere, queste spiche gialle e pure,
     Che del già sparso seme il frutto danno,
     Delio ti dona e sempre doneranno
     4Gli suoi, fin che ’l frumento in terra dure.
Di queste viti l’uve ben mature,
     Bacco, a te sacra, e così d’anno in anno
     Divotamente ancor ti sacreranno,
     8Con larga man le genti sue future.
Ora tu. Pale, questo vaso pieno
     Di fresco latte eternamente avrai
     11Con sacri versi ed amorosi balli.
Così non venga a’ campi Cerer meno,
     Bacco le viti curi sempre mai,
     14Pale agli armenti i paschi unqua non falli.