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Il Canzoniere 243

dimostra a Dante che la «morte di Cristo fu giusta e che, al tempo stesso, fu giustamente vendicata negli autori di essa. Giusta la morte, perchè avendo Cristo assunto l’umana natura dannata nel padre comune, questa umana natura fu giustamente punita sulla croce. Ma avendo Cristo conservata la sua divina natura accanto all’umana, la divina natura fu sacrilegamente perseguitata ed offesa. In altri termini: la morte di Cristo fu giusta in quanto egli era uomo, sacrilega in quanto egli era Dio». Così Scartazzini.

V. 11. Pendesse... dipende, allitterazione forzata.

V. 32. Fatto bilancia, questo legno, su cui si pesa la giustizia. — Increato sole, Dio è il sole eterno, increato.

V. 33. Verso di efficaci allitterazioni.

V. 39. Il bel fiume del tuo sangue ci redense.


CLXXVIII.

Svolge anche qui, come in un sonetto precedente, il CLXXV, il motivo sacro della Risurrezione.
        Sestina.


È questo il lieto e avventuroso giorno
     Fatto da quel che pose in del le stelle,
     Allor che volle all’apparir dell’alba,
     (Quando levò d’inferno all’atra notte
     5Tant’almi spirti) suscitarsi, e ’l fine
     Dar alla legge scritta in dura pietra.
Nè chiaro fiume uscir di viva pietra,
     Nè nube più s’attenda in l’aria il giorno,
     Ch’alle carte di Mosè è dato il fine,
     10Perchè la vera stella delle stelle
     Levato ’l velo dall’oscura notte
     Fiammeggiando risorge presso l’alba.
O veramente fortunata l’alba,
     Che dalla tomba senza mover pietra
     15Vide uscir Cristo e disparir la notte.