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Il Canzoniere 269


Vv. 4-5. Pan e Siringa di cui già si narrò la leggenda al sonetto C, v. 4, nota.

V. 8. Santi orrori, sono i sacri orrori delle selve, come già in Tacito; cfr. Germania, IX, passim.

V. 10. Pandino in quel di Crema, oggi provincia di Cremona, deriverebbe, secondo il poeta, il nome da Pan, che quivi pose sua dimora.

V. 13. Donna bella e gloriosa, non designata; nè le Novelle chiariscono l’allusione poichè vi si parla soltanto di un signor Pandino da Pandino introdotto a narrare la nov. II-11.

V. 31. Invide Parche, invidiose e scarse, avare dello stame della vita, che vengono filando.

V. 65. All’alte scale, specifica quanto disse nel v. 41.

V. 72. Che se morta, metaforicamente parlando.

V. 77. Esculapio, colla scienza medica, e Apollo col fascino del suo canto che lenisce. Apollo è padre di Esculapio e medico col nome di Paìana, donde Peana.

Vv. 79-80. Il colto seme a piena luna, empirici medicamenti varii colti con superstiziosa credulità; sacchi d’erbe; smeraldo verde, e diaspro, attribuendosi alle pietre preziose virtù salutari. Si cfr. son. LXXXVIII, dove il Bandello stesso narra d’esser stato risanato da Beatrice d’Ungheria con un ricco smeraldo sfatto in polvere e da lui bevuto.

V. 105. Teco, sottint. moristi. Ma qui la parola le muore sul labbro. Segue breve chiosa poetica.


CXCII.

Celebra un giovine magnanimo, che dà di sè mirabili prove nell’esercizio dell’armi.
        Chi sia costui svelò il Mandalari ripubblicando il sonetto in Nuova Antologia, l. cit., con la dedica al «Molto ill. et valoroso Capitano il Sig. Conte Claudio Rangone» quale egli rinvenne nell’autografo bandelliano nella Biblioteca Estense di Modena (raccolta Campori). Claudio Rangone da Modena è noto «uom d’armi che prese parte nel 1526 agli ordini del conte Guido Rangone, governatore generale dell’esercito della Chiesa — annota il Mandalari medesimo — a quella inutile e non ancor bene chiarita dimostrazione armata della Lega Santa promossa e affrettata da Clemente VII. Egli è anche noto per l’amicizia che ebbe con gli scrittori del tempo, ad es. coll’Aretino al quale inviava botti di vino in cambio delle opere sue. Alle rime del Bandello il