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Il Canzoniere 275

in consuetudine di svaghi e di studi, nei comuni ricordi della patria lontana. È il padre del non men famoso Giuseppe, il filologo; quattro volte lo rammenta il Bandello nel Novelliere, sia per dedicargli una novella (II-32) proclamandolo «in ogni dottrina eccellente» (lodi del resto che ribadisce in questi sonetti); sia per ricordare le loro discussioni letterarie e varie tenute in Agen nel salotto italiano di Costanza Rangone-Fregoso (III-29); sia toccando incidentalmente dei Poemata (II-32); sia, ancora per introdurlo narratore d’una novella (II-24) da lui udita da Margherita regina di Navarra. E sempre lo vanta «...il mio da me tanto amato e dai dotti riverito Giulio Cesare Scaligero uomo in ogni dottrina eminentissimo».

V. 2. Dolce, agg. per avverbio; armoniosamente compone i suoi carmi latini per tanti eccelsi Eroi. I Poemata omnia in duas partes divisa comprendono, infatti, ediz. 1600, a p. 286, I. C. Scaligeri, Heroes ad Guidonem Golardum Brassacum; a p. 334, I. C. S., Heroinae ad M. Bandellum.

V. 4. Acquista fama di poeta e procaccia gloria agli eroi da lui celebrati, strappandoli — commenta la seconda quartina — all’oblio della morte.


CXCVIII.

Secondo sonetto celebrativo di Giulio Cesare Scaligero. Della stessa epoca del precedente.


Miracol di natura qual maggiore
     Si vide già, nè si vedrà più mai?
     E cerca, e mira pur quanto tu sai.
     4Ch’ogni altro a par di questo fia minore.
Ecco ii mirando ed unico stupore,
     Che ’n un sol colpo vivere vedrai
     Cinque alme eccelse, che vinser d’assai
     8Quante lodate fur con vero onore.
Il nostro Scala, s’entra in Elicona
     Virgilio è schietto, e se la prosa infiora
     11Quel d’Arpin senti i folgori vibrare.