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Il Canzoniere 87


V. 1. Hammi, enfatico e vieto, mi ha.

V. 2. In un punto, in un sol momento.

V. 4. Morto, nell’anima e nel cuore, nel sentimento: ridotto alla vitalità animale.

V. 5. Verso, anzi quartina tutta, degna veramente del Marino nell’accozzo delle idee disparate.

V. 8. Vero e proprio bisticcio.

V. 12. Mistura, miscela di martir e di gioia.


XXXII.

Più non parla, ma sospira per i begli occhi della Mencia.
      Garbata alternativa di endecasillabi e settenari, che dànno al componimento certa agilità di movenza.
      Ballata.


Ormai che più bramate,
     Occhi, di que’ begli occhi il dolce giro,
     S’i’ mi sento morir quando lo miro?
Non v’accorgete, come l’arso core
     Misero piange sempre 5
     Che vi specchiate in que’ superbi rai?
     Cangiasi l’alma d’una in mille tempre,
     E di se stessa fore
     Va vaneggiando con tormenti e guai,
     Onde con duri lai 10
     Scoprir volendo l’aspro mio martiro,
     Invece di parlar sempre sospiro. 12


V. 3. Lo miro, il dolce giro di quegli occhi.

Vv. 5-6. Sempre che, ogniqualvolta.

V. 7. Tempre, forme, modi.